INTERROGAZIONE n. 121 del 11/01/2016
Interrogazione n.121/10^ di iniziativa del Consigliere G. GRAZIANO recante: "Sui Corpi di Polizia Provinciale della Calabria e sulla vigilanza nelle materie non fondamentali oggetto di riordino (in particolare caccia e pesca)"

Al Presidente della Giunta regionale -

Premesso che:
i corpi di polizia provinciale presenti in Calabria, sono contraddistinti da professionalità altamente specializzate nell'ambito della tutela del territorio extraurbano e rurale, nella lotta ai crimini ambientali, al fenomeno del maltrattamento degli animali, del bracconaggio ed in genere contro lo sfruttamento criminale dell'ambiente e degli animali;
con un loro ridimensionamento, verrebbero meno principalmente quelle funzioni di polizia ambientale-ittico-venatoria, nelle quale le polizie provinciali rivestono, da sempre, un ruolo di primo piano in merito all'attività di vigilanza sull'esercizio della caccia, per la prevenzione e repressione dei vari fenomeni di bracconaggio e sulla tutela della fauna selvatica, anche di quella minore, nonché di Polizia Ambientale, che si esplica essenzialmente con la vigilanza e controllo delle attività di gestione dei rifiuti e tutela e salvaguardia delle zone sottoposte a vincolo paesaggistico e idrogeologico. Inoltre, in molti contesti territoriali regionali, spesso, la Polizia Provinciale è l'unico presidio di polizia in ambito extraurbano, per cui, l'esercizio delle funzioni di polizia giudiziaria, polizia stradale e funzioni ausiliarie di pubblica sicurezza, ai sensi della vigente legislazione, assumono una rilevanza ancora maggiore, in una regione, notoriamente aggredita dal fenomeno della criminalità organizzata e anche da quello, spesso, strettamente connesso, delle ecomafie;
le funzioni di interesse generale sopra indicate ed in capo alla polizia provinciale non possono essere cancellate, soprattutto in un momento in cui vengono approvate nuove leggi con più severe sanzioni penali in materia di reati ambientali (vedi inserimento nel codice penale di specifiche fattispecie di ecoreati);
nel 2014, stando al rapporto sul bracconaggio in Italia, redatto dal CABS (Committee Against Bird Slaughter), ad esempio, la Polizia Provinciale di Cosenza, da sola, ha accertato ben l'86% di tutti i reati di bracconaggio svelati nella quarta provincia più vasta d'Italia, pertanto è stata presa dall'organismo internazionale, come esempio positivo di lotta alla caccia di frodo. Sempre secondo lo stesso rapporto, la Calabria, sarebbe la 3° regione d'Italia per reati di bracconaggio accertati, mentre le province di Reggio Calabria e Cosenza, sarebbero ai primi posti per bracconaggio e traffico di cardellini, quest'ultima è specie protetta anche da convenzioni internazionali ratificate dal nostro Paese, vedi quella di Berna;
già in merito al depotenziamento della vigilanza venatoria in Italia, le più grandi e rappresentative associazioni italiane, hanno scritto alla Commissione Europea, denunciando tale situazione, tra l'altro, alla luce di una pre-procedura di infrazione (EU PILOT 6955/14/ENVI), con cui, la Commissione Europea, evidenziava diverse criticità rispetto alla gestione della caccia in Italia, tra le quali proprio il tema della vigilanza venatoria, chiedendo nello specifico di ottenere informazioni sul numero dei controlli, la loro frequenza, i risultati ottenuti e le relative sanzioni. Anche in Calabria, sul tema del depotenziamento della vigilanza in materia ittico-venatoria, negli ultimissimi mesi si sono registrati diversi interventi e appelli, da parte del WWF Calabria, della LIPU-Settore Vigilanza e di alcune associazioni venatorie, chiedendo in modo unanime, l'intervento della Regione Calabria, in merito alla stipula di una Convenzione con le polizie provinciali per l'attuazione della vigilanza ittico e venatoria;
con l'approvazione di alcune recenti norme statali, tra loro poco coordinate, tra cui la legge n. 56/2014 in materia di riordino delle funzioni provinciali, la legge n. 190/2014 di stabilità ed il recente decreto-legge 78/2015 (convertito con modificazioni dalla legge n. 125/2015 in materia di disposizioni urgenti in materia di enti territoriali), si rischia di produrre la grave dispersione di un patrimonio di conoscenze e di professionalità costituito dai corpi di polizia provinciale calabresi, da decenni, notoriamente impegnati nell'applicazione di numerose leggi statali e regionali in materia di tutela delle risorse naturali, del demanio fluviale e lacuale, di vigilanza sull'esercizio della caccia e della pesca con prevenzione del bracconaggio, di controllo sull'impatto della fauna selvatica nei processi produttivi e sociali, di vigilanza sulle aree protette, di controllo dell'uso del suolo e prevenzione del dissesto idrogeologico, di salvaguardia e vigilanza sulla raccolta dei funghi epigei ed ipogei spontanei e comunque di controllo del territorio più in generale;
con la Legge regionale 22 giugno 2015, n. 14 "Disposizioni urgenti per l'attuazione del processo di riordino delle funzioni a seguito della legge 7 aprile 2014, n. 56" il Consiglio regionale della Calabria ha disciplinato il trasferimento delle specifiche funzioni e l'allocazione delle risorse umane, finanziarie e strumentali, di competenza delle province, alla Regione;
in particolare ai sensi dell'art. 2 comma 2 della predetta legge regionale vengono riallocate alla Regione le funzioni connesse alle materie "agricoltura, caccia e pesca" e "formazione professionale mentre il restante personale, assegnato alle altre funzioni alla data dell'8 aprile 2014, continua a svolgere le proprie mansioni presso l'amministrazione provinciale di riferimento. In questo inquadramento, è palese, che la Regione abbia solo assorbito la parte amministrativa, mentre la vigilanza sulla caccia, sulla pesca nelle acque interne, sulla raccolta dei funghi e su diversi aspetti collegati alle materie oggetto di riordino, rimane senza un presidio dedicato, storicamente, esercitato da sempre per mezzo delle guardie delle province e più recentemente dai corpi di Polizia Provinciale;
Lo scorso 5 novembre, la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Conferenza Unificata, ha sancito un ACCORDO TRA IL GOVERNO, LE REGIONI E GLI ENTI LOCALI, CONCERNENTE L'APPLICAZIONE DELL'ART. 5 DEL DECRETO LEGGE 19 GIUGNO 2015, N. 78, CONVERTITO CON MODIFICAZIONI, DALLA LEGGE 6 AGOSTO 2015 N. 125, IN MATERIA DI POLIZIA PROVINCIALE. Il suddetto accordo fornisce una cornice interpretativa condivisa per la migliore applicazione in ambito regionale e locale della normativa introdotta dal decreto legge 78/15 in materia di Polizia Provinciale. Alle regioni, viene data la possibilità di riallocare il personale per le funzioni di vigilanza collegate alle funzioni non fondamentali oggetto di riordino da parte della Regione, con copertura delle relative spese. Tale provvedimento, in via del tutto eccezionale, addirittura, consente, al personale di restare con le stesse qualifiche e nella stessa dotazione organica, ma al di fuori del limite di spesa del 50% - 70%, in quanto, non è destinato all'esercizio delle funzioni fondamentali. Molte Regioni, seppur gradualmente, si stanno adeguando, scegliendo la via più naturale e logica, ovvero quella di riassegnare in capo alla Polizia Provinciale, la vigilanza, poiché i corpi di polizia delle Province, hanno già mezzi, dotazioni, personale ed esperienze oltre che una formazione specifica nel campo;
la 5° Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, il 12 dicembre 2015, ha approvato un emendamento inserito nella legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 2016), che prevede, all'art. 1 Comma 770, quanto segue: All'articolo 5, comma 3, del decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2015, n. 125, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Qualora le leggi regionali riallochino le funzioni di polizia amministrativa locale e il relativo personale presso le citta' metropolitane e le province per l'esercizio delle funzioni di vigilanza connesse alle funzioni non fondamentali oggetto di riordino, con copertura dei relativi oneri, la dotazione organica degli enti di area vasta, ridotta ai sensi dell'articolo 1, comma 421, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, è rideterminata in aumento in misura corrispondente al personale riallocato». diverse regioni, ad esempio la Regione Umbria e la Regione Toscana, hanno annunciato l'accordo con le Province, tramite apposita Convenzione e per mezzo di uno stanziamento regionale, che consentirà, di mantenere l'unitarietà dei corpi di polizia provinciale, evitando inutili quanto dannose dispersioni in altri ambiti, di personale specializzato in materie importanti;
in tali convenzioni, si stabilisce che la Polizia Provinciale, oltre ad occuparsi della vigilanza sulle materie fondamentali oggi in capo agli Enti di Area Vasta, si occuperà, per conto della regione, anche di controlli sulla caccia, sulla pesca, e su diverse materie, di competenza amministrativa regionale. La Regione Lazio, nell'ambito di una proposta di legge regionale di Stabilità, d'iniziativa della Giunta (n.307 del 11.12.2015), ha proposto, che il personale della Polizia Provinciale, collocato in mobilità, sul portale governativo, venga riallocato presso le province e Città metropolitana, così come previsto e sancito nell'Accordo in Conferenza Unificata già citato, per lo svolgimento delle funzioni non fondamentali di competenza regionale;
considerato che: tale situazione, nel complesso, sta generando da più tempo un clima di incertezza e sconforto tra tutti gli operatori della Polizia Provinciale calabrese, che quotidianamente, da sempre, svolgono un servizio fondamentale a favore della collettività e del territorio;
anche le più autorevoli associazioni ambientaliste nazionali e regionali, quelle di categoria e diverse associazioni venatorie, auspicano da più tempo, un intervento della regione, affinché venga immediatamente colmato l'evidente vuoto che si è venuto a creare in tema di vigilanza ittico e venatoria sull'intero territorio con potenziale rischio per le risorse naturali. Tale aspetto, potrebbe determinare anche una paventata contrazione delle entrate derivate dai tributi di competenza regionale, in materia di caccia, pesca e funghi, qualora la vigilanza non venisse esercitata;
il già richiamato accordo tra il governo, le regioni e gli enti locali, concernente l'applicazione dell'art. 5 del decreto legge 19 giugno 2015, n. 78, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2015 n. 125, in materia di polizia provinciale, consente di intervenire, per riassegnare, in capo alle strutture di polizia provinciale, 1' attività di vigilanza sulle materia oggetto di riordino e già riassorbite (per la parte amministrativa) nelle competenze regionali, come caccia, pesca etc. La Regione potrebbe così avvalersi, anche tramite Convenzione, di personale di polizia provinciale per l'espletamento di tali servizi, oggi venuti meno a causa di una confusa riforma in materia;
appare necessario e urgente, un intervento regionale per evitare una parziale, scompaginata e incongrua mobilità di personale di polizia provinciale verso altre destinazioni, specie in alcune province, con contestuale drastica riduzione o annullamento delle attività di presidio del territorio in aree rurali ed extraurbane, e mancata applicazione reale di numerose disposizioni in campo ambientale-ittico-venatorio, con evidenti e molteplici problematiche che ne potrebbero derivare a breve, medio e lungo termine.
Per sapere:
quali provvedimenti intende assumere il Presidente della Giunta al fine di garantire alle Amministrazioni Provinciali, tramite i corpi di Polizia Provinciale presenti, la vigilanza, nelle materie non fondamentali oggetto di riordino, con particolare riguardo alla caccia, alla pesca e alla raccolta dei funghi, prevedendo, se il caso, l'allargamento delle competenze in altri settori quali ad esempio la vigilanza nelle aree protette regionali, ecc.;
se vi sia l'intenzione per applicare anche in Calabria, quanto stabilito dall'accordo tra il governo, le regioni e gli enti locali, concernente l'applicazione dell'art. 5 del decreto legge 19 giugno 2015, n. 78, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2015 n. 125, in materia di polizia provinciale, magari, attuando una specifica Convenzione con le province, sulla scorta di quanto altre regioni stanno predisponendo, vedi gli ultimi casi di Umbria e Toscana;
quali iniziative intende porre in essere il Presidente della Giunta affinché la nostra Regione possa intervenire in supporto a tutte le province calabresi, in materia di Polizia Provinciale, anche alla luce del fatto, che la Calabria sarebbe tra le prime regioni per reati in materia di bracconaggio e pertanto ci si auspica un immediato intervento in tale direzione.

Allegato:

11/01/2016
G. GRAZIANO